In questi anni in cui il flusso del turismo non è dominato dalla stagionalità, ma dalle fasce di colore si stanno sviluppando in Italia, scenari interessanti che per alcuni stanno rappresentando grandi opportunità e per altri grandi fallimenti.

Ormai è un anno che si è dovuto ripensare interamente al modo di fare turismo nel paese, i grandi flussi di stranieri sono stati congelati, niente americani facoltosi, niente cinesi o indiani, i nuovi ricchi che vogliono conoscere il bel paese. Il turismo del 2020/2021 è quasi tutto italiano, ma che significa esattamente?

In fondo noi italiani abbiamo sempre viaggiato in Italia no? Cosa è cambiato adesso? Si parla sempre più spesso di turismo di prossimità, in effetti significa che invece di dirigerci verso lidi lontani, prediligiamo scoprire ed esplorare i luoghi vicini. Sicuramente c’è una parte di solidarietà con chi lavora nel turismo e ha visto crollare il lavoro di anni, senza dubbio il motivo è un po’ la paura di lasciar e il paese temendo di contagiarsi in terra straniera o peggio ancora di non poter più tornare, ma il motivo principale specialmente da dopo l’estate 2020 sono i colori delle nostre regioni.

L’impossibilità di poter uscire dalla propria regione ha indubbiamente cambiato le nostre abitudini, ci sono tante città, come Roma o Milano che hanno reso tipiche mete da gate away luoghi in realtà fuori regione. Basta pensare a Capalbio, i borghi Umbri o Capri per i Romani, così come Courmayeur o la Liguria per i milanesi. Negli anni sono diventate abitudini collaudate, familiari, per molti sedi di seconde case, in questi ultimi mesi totalmente inutilizzabili. Ed ecco qui che nel 2021 tutta Roma ha scoperto la Tuscia e le piste dolci del Monte Amiata, giusto per fare un esempio.

Ma cosa si è visto in termini di industria del turismo? Molte strutture alberghiere o località che di norma vedevano il loro periodo di attività solamente con la bella stagione, hanno potuto aprire e crearsi una nicchia di mercato anche in pieno inverno, il che è sicuramente un bene.

Dall’altro lato si è visto l’impennarsi dei prezzi di case o di hotel in località fino ad oggi non molto gettonate solo perché non ci sono alternative e fornire servizi scadenti e poco aderenti al prezzo. In altre parole una grande mancanza di prodotto in alcune zone d’Italia.

In alcune regioni si è vista una mancanza di prodotto turistico per segmenti medio-alti, specialmente quando andiamo a destagionalizzare la richiesta e ci allontaniamo dalla costa.

Per fare un esempio concreto osserviamo il Lazio, la regione che ospita la capitale quindi dovrebbe poter offrire molte alternative turistiche ai suoi abitanti, eppure si è talmente abituati ad uscire di regione specialmente in stagioni diverse dall’estate che ci sono pochissime strutture che riescono a soddisfare una richiesta di un turista con capacità di spesa medio alta, per essere più concreti, l’alternativa laziale al bell’agriturismo toscano o umbro o al relais chateaux  è quasi irrisoria, capace di soddisfare una percentuale minima di richiesta. Questo ha mostrato una grande opportunità per chi era già posizionato in quel segmento che si è visto sommerso dalle prenotazione, ma ha lasciato migliaia di turisti di prossimità scontenti e frustrati. Sicuramente l’essere costretti a restare nella propria regione ci ha permesso di conoscere bellezze che ognuno di noi ignorava, ora si tratta solo di aspettare che altri attori colgano la mancanza nel mercato e la trasformino in opportunità.

Shares